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113. War is a subtle thing

Sinossi

113.
Iconico, icastico numero.

Evocativo del certo nemico. Ne è sintesi scarna e sentenziosa, quando solo il familiare A.C.A.B..
Numero di corpo delle ff.aa. «Pronto, Polizia.»
Numero di dispositivo di legge, quella prona al male, al peggio.

113, come il ddl Salvini. Ministro dell’Interno - con interim alle politiche per la disumanizzazione di Stato.
Salvini, che sui fuggitivi nel Mediterraneo, frontiera liquida che pochi ne risparmia:
«[…]mi domando come un padre o una madre possa mettere a rischio la vita di un figlio sperando in non si sa che cosa».

113, decoro e sicurezza. Fiat lux.

Contro le forme attuali del conflitto sociale, vertenze autorganizzazioni assembramenti occupazioni blocchi stradali.
Guardare il mondo da una panchina avocando a sé luoghi - miei tuoi, nostri - diritto alla bellezza, al naso in su dal podio di una statua… perché no.

Chi sono io?
L’irregolare, il clandestino, il tossico.
Solo.
Matto sbronzo zoppo accattone.
Solo.
Puttana parcheggiatore «dotto’ un euro a piacere!» «una rosa? Accendino cartina fazzoletto?» «ombrello ombrello ombrello» «sono scappato da Sarajevo, un piccolo aiuto».
Un resto, uno scarto. Lo stesso che cerco nella rumenta a fine mercato.

Dimmi che sale è quello del tuo cordoglio, ti dirò di che colore è il tuo lutto.
E’ sale di mare.
Violentata annegata costretta al fondo venduta affamata.
Sparata alla frontiera «come ti chiami? Per me è più facile Fatima, fattelo andare bene…»

Foto, fermoimmagini di un servizio di qualche notiziario della sera.
Esseri umani in cammino, tutti noi.
Bambini siriani vittime di una guerra infinita, famiglie nigeriane in fuga da Boko Haram, albanesi nel 1991 da Durazzo a Brindisi su ferro arrugginito tracimante corpi e acqua.
Il mio bisnonno, via per cercare lavoro sotto lo sguardo severo della statua della Libertà che lo giudica da Ellis Island.

Odissea, libertà negata, dignità sfilata dalle dita. Un pezzo di pane con cui placare i crampi allo stomaco.
E’ così difficile allungare la mano e dire «da questo momento in poi sei al sicuro»…

Regia: Maurizio Gibo Gibertini
Produzione: M'arte Officina
Lingua originale: Italiano
Maurizio Gibo Gibertini

Regia

Maurizio Gibo Gibertini

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