La dispersione della comunità di Vila Autodromo e la rimozione dell’Università Indigena all’interno di Aldeia Maracanà, diventano il pretesto per comprendere l’impatto dei Grandi Eventi nel Brasile contemporaneo. Le prime Olimpiadi dell’America del sud avvengono a Rio de Janeiro, metropoli simbolo del turismo, a due anni di distanza dai discussi mondiali di calcio, alla vigilia dei quali grandi manifestazioni di protesta avevano scosso la società brasiliana.
Il documentario prende il nome da un antico libro del millenarista Antonio Vieira, gesuita portoghese (1608-1697), che dedicò gran parte della propria vita per catechizzare i nativi brasiliani. Il gesuita visse a Roma per lunghi anni, dove produsse una grande quantità di sermoni e opere di evangelizzazione. Vieira dovette difendersi nei confronti dell’inquisizione a fronte dell’accusa di eresia. L’opera, considerata uno dei capitoli più inquietanti della cultura barocca, venne pubblicata postuma nel 1718. Racconta la storia a venire di un impero, che dominerà il mondo e sbalordirà per il proprio prestigio. Questo impero, secondo l’autore, si sarebbe avverato al di là dell’Atlantico, in Brasile.