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DURATA
68 min
ANNO
FULL HD

Io prometto

Sinossi

Il documentario si propone l’obiettivo di raccontare alcune delle storie di resistenza quotidiana nelle zone colpite da diversi terremoti nel Centro Italia. In particolare, saranno le storie di quattro donne: come hanno reagito e continuano a reagire alla tragedia, come si sono create reti di solidarietà tra le varie città, come vengono promossi incontri, raccolte fondi, dibattiti. Le esperienze che verranno raccontate sono iniziate anni fa, oppure solamente l’anno scorso, ma sono tutte in continuo divenire.
La resistenza di queste donne, la loro memoria, la loro amicizia e le loro speranze è ciò che verrà raccontato attraverso le immagini. Inoltre, il rapporto di ciascuna di loro con la natura circostante: una natura, gli Appennini, montagne tra le più antiche d’Europa, che è stata la culla delle loro vite sin da bambine, ma che improvvisamente ha tradito. Allora sarà anche una storia di travaglio e riconciliazione con essa, da sempre amata e che tuttora ha quel sapore unico di casa per tutte loro.
Valentina è la rappresentante legale del Comitato di Presidenza dell’associazione “TerreMutate”, che continua a tenere incontri in tutta Italia, a sostegno di storie di resistenza dal basso, e che continua ad essere un punto di riferimento importante nel panorama cittadino, assieme alla Biblioteca, alla Casa delle Donne e al Centro Antiviolenza dell’Aquila. Passo dopo passo, sono state fatte tante conquiste per portare avanti i loro progetti di solidarietà, e per ottenere degli spazi dove costruire le sedi.
Assunta non ha lasciato il suo paese, ormai cumulo di macerie e sprovvisto di una rotta da seguire. Lotta ogni giorno per ottenere una sede provvisoria per la sua attività, che, lei dice, deve continuare a vivere a Campotosto. Ha sempre affermato, infatti, che la tessitura a mano di alta montagna deve restare nei suoi luoghi unici, alla sua propria altitudine, nel suo proprio clima.
Patrizia non ha più una casa e nemmeno un lavoro perché la sua casa era il suo lavoro, “la casa dell’Ortigiana”. Il nome “Ortigiana” racchiudeva tutto, orto e artigiano, quello che voleva fare, insieme all’accoglienza. È passato più di un anno dal 24 agosto, troppe cose sono successe e quello che faceva prima è come un ricordo sbiadito. L’orto giardino, le erbe spontanee, il riciclo, l’autoproduzione, gli ospiti, i colori delle stanze, le scritte sui muri, le chiacchiere, l’amaca, i liquorini, i formaggi non ci sono più e non sa se ci saranno ancora. Troppo presto per pensare al futuro lontano, ora si vive all’ora: resilienza.
Antonietta ha partecipato a tantissime lotte cittadine, dal 2009 in avanti. È stata un punto di riferimento importantissimo per tutti quelli che volevano restare, ma anche lottare. Contro le “deportazioni”, contro la “militarizzazione della città”, per una ricostruzione partecipata e trasparente. Tante delusioni, ma anche tante storie da raccontare, tante persone con cui si è creato un legame indistruttibile. Una donna che non si è mai arresa, con convinzione e la giusta dose di arroganza, quella necessaria a fare rumore, a farsi quantomeno ascoltare.
Tanti anni spesi alla ricerca di giustizia per la vicenda della Casa dello studente, ad oggi Antonietta è attiva in molti comitati cittadini, e continua la sua lotta, che poi è quella di tutte e tutti.

Il progetto è stato completamente autofinanziato e supportato da una campagna crowdfunding su Produzioni dal Basso

Regia: Cecilia Fasciani
Soggetto: Cecilia Fasciani
Montaggio: Fabio Bianchini
Direzione della fotografia: Giovanni Fania
Colonna sonora originale: Enrico D’Amico
Animazioni: Mirko Monti
Lingua originale: Italiano
Lingua sottotitoli: Inglese, Francese, Spagnolo
Cecilia Fasciani

Regia

Cecilia Fasciani

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