In questo momento in cui la boxe ha un grande successo, non sono tanto le palestre federali a essere affollate ma quelle popolari, che si trovano in luoghi marginali e spazi occupati. Fuori dai circuiti ufficiali, si scopre che la boxe è lontana da tutti gli stereotipi che porta con sé e torna a essere un’arte nobile: non è una boxe solo per maschi e giovani, ma anche per donne e anziani, e soprattutto, è una boxe antifascista, antirazzista e antisessista.