Il buio è ovunque quando il cielo è senza luna. Solo la piccola luce di un cerca persona prova a fendere il nero per mostrare pezzi di carovane ferme e di animali acquattati.
L'insegna Circus è uno scintillio di colori che si sforza di illuminare l'enorme stradone della periferia di Napoli dove quattro famiglie di circensi, abbandonate dalle istituzioni, si trovano sospese nella speranza che la pandemia sparisca come in uno spettacolo di magia. Un corto circuito per chi da quattro generazioni issa il suo chapiteau in giro per il mondo.
Gli artisti dello spettacolo viaggiante cominciano la loro metamorfosi, il loro ingresso forzato nel mondo dei “Fermi” in cui ciascuno prova a reinventasi per sopravvivere.
Il circo si è fermato: forse per sempre.
Il documentario di Alfieri e Cretella dà corpo al concetto di equilibrio. Perso e ricercato. Un filo sottile che divide il destino di tutti, lo stesso filo su cui si mantengono in equilibrio le famiglie di questa storia.
Al Laceno d’oro 2021 dopo il passaggio al Festival dei Popoli, un documentario che racconta le conseguenze della pandemia su alcune famiglie di circensi costrette per la prima volta a stanziare.
Il racconto di un lockdown vissuto in maniera molto particolare da chi - per scelta e vocazione - è nomade per definizione: gli artisti del circo.
Documentario prezioso, incentrato sulle vicissitudini cui sono andate incontro recentemente quattro famiglie di circensi, bloccate col carrozzone di rito e gli animali in una delle tante periferie della penisola, nella struggente attesa che il mondo si rimetta in movimento o che almeno il governo italiano si ricordi di loro.
“La Carovana Bianca” è un film che mostra un contesto, quello circense, del tutto privato di quell’aspetto festoso e colorato che è nell’immaginario collettivo ma con un finale che suggerisce l’accendersi di una speranza: la nascita di una nuova vita ne è la simbolica rappresentazione.
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