Questa è la storia di un siriano qualunque, figlio della buona borghesia damascena.
Emigrato all’estero e poco interessato al clima repressivo del suo Paese, agli inizi della rivolta siriana della primavera del 2011 torna a Damasco per restare. Dalla sua casa in un quartiere rispettabile, inizia a ragionare su cosa sia la «rivoluzione» e su come la si possa mettere in pratica. Scrive un vero e proprio manuale strategico non-violento, che con il tempo si diffonde in alcuni ambienti della sollevazione popolare. Omar Aziz, così si chiamava, è morto nel febbraio 2013 nelle carceri del regime siriano in circostanze mai chiarite. In Siria ancora oggi, davanti all’indifferenza del mondo, continua a parlare il fucile. Questo libro vuole mantenere viva la speranza dei tanti che, come Aziz, credono nella parola degli uomini. E nella non-violenza.