Il libro racconta le gesta di Tempesta e Terremoto, i ragazzi terribili della squadra “Temporale” della 7a GAP; lo sciopero del 1° marzo '44 alla Ducati e il contributo fondamentale delle operaie staffette partigiane; l'assalto al carcere di San Giovanni in Monte, le battaglie di Porta Lame, della Bolognina e dell'Università; la notte del 21 aprile '45; il ruolo determinante della stampa clandestina e l'importanza di avere un'infermeria partigiana.
Sono storie che vedono come protagonisti ragazze e ragazzi che, durante la guerra di liberazione, fecero una scelta di campo e decisero di combattere il fascismo, senza mai cedere alle sue prepotenze.
Si trovarono ad essere, per necessità, “tosti” e “giusti”, lottatori per la giustizia sociale e per la libertà. Non avevano preparazione politica e avevano pure studiato poco, ma l'impulso di libertà che li pervadeva li rese allergici, fin da subito, alla dittatura mussoliniana e agli invasori nazisti. Andarono in montagna o scelsero la strada della clandestinità in città, il loro antifascismo fu una cosa semplice e schietta. Con le loro gesta dimostrarono che nella vita si può e si deve osare, anche quando tutto sembra perduto.
Dalla quarta di copertina:
Valerio Monteventi non è si mai aggrappato alle tradizioni familiari, solo quella antifascista non ha mai voluto scrollarsela di dosso. E non era soltanto questione di cultura politica o di un albero genealogico in cui parecchi suoi congiunti risultavano essere stati partigiani. Lui, coi fascisti, ci dovette fare i conti fin dal lontano 7 febbraio 1973, quando, alla fermata dell'autobus, gli fecero la posta in sei, armati di spranghe e tirapugni. In quell'occasione, essere avvezzo alle mischie del rugby gli fu d'aiuto, riuscì a districarsi e restare in piedi, ma un tondino di ferro gli cascò sulla testa.
Del resto, qualche mese prima, a causa di una baruffa con un'altra squadraccia nera, fu costretto a conoscere le celle e il bugliolo del carcere minorile del Pratello.
La sua è una scelta di campo che si ritrova anche in tutti i suoi altri libri usciti in questi anni.
Come autore: Berretta Rossa – Storia di Bologna attraverso i centri sociali (Pendragon 2011) e Ballate sediziose (Pendragon 2013). O come curatore: Come si fa – Tecniche e prospettive di rivoluzione (Manni Edizioni 2012), '77: Storia di un assalto al cielo (Centro di Documnentazione dei movimenti "F. Lorusso - C. Giuliani" 2017)