In Italia fino al 2016 esistevano 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari, comunemente chiamati manicomi criminali, all'interno vi erano rinchiuse circa 1500 persone. Il racconto in prima persona di un attore, ex-internato in uno di questi ospedali, si intreccia con le riprese effettuate, senza preavviso, in questi luoghi "dimenticati" anche dallo Stato. Queste istituzioni sono rimaste sostanzialmente estranee e impermeabili alla cultura psichiatrica riformata, e il meccanismo di internamento non è stato interessato dalla legge del 1978 che prevedeva la chiusura degli ospedali psichiatrici. Molti giuristi, psichiatri, politici, opinionisti e cittadini attivi nelle associazioni umanitarie riconoscevano che la persistenza dell'OPG e delle stesse procedure per accedervi sono incostituzionali. Una commissione parlamentare d'inchiesta ha fatto luce sullo stato di abbandono, degrado e non cura degli internati e ha fatto approvare una legge che ne ha previsto la chiusura.
Il film intende accompagnare, e far vivere lo spettatore, in questi luoghi dove le persone, fin dagli inizi del '900, sono state relegate e disumanizzate dal trattamento farmacologico, dall'abbrutimento delle celle di isolamento e dei letti di contenzione. Il documentario porta alla luce lo stato di abbandono delle strutture psichiatriche e la privazione dei più elementari diritti costituzionali alla salute, la cura, la vita di tanti malati mentali.