Può un luogo mantenere tracce della sua anima storica mentre tutto attorno a sé è cambiato? Può la vita che si concentra nel perimetro di un'ordinata piazzetta ricordare in qualche modo il frenetico via vai dell'antico mercato del bestiame?
In buona parte no. Ovviamente no. Eppure condividendo la quotidianità dei suoi abitanti più anziani si può avere la netta percezione che un filo rosso ci colleghi ancora a quei giorni, mentre con occhio attento si scorgono segni concreti di una parte di Bologna che porta ancora sulla pelle, ovvero sulle sue architetture, le cicatrici del fascismo, della guerra, della Resistenza e di una quotidianità dimenticata ma ancora viva.