Gli anni ’70 – ridotti a icona di una pistola impugnata a due mani – non sono stati l’unico fenomeno di sovversione sociale sul quale si è esercitata la manipolazione storiografica. Basta pensare al destino toccato in sorte al ’68, che si apre il 19 aprile con la rivolta delle operaie della Marzotto di Valdarno e prosegue con le lotte operaie del Petrolchimico di Marghera e della Pirelli di Milano, per fare solo due clamorosi esempi, e che tuttavia viene offerto come espressione immaginifica di studenti di estrazione borghese.
Non s’intende sottovalutare l’importanza del fatto che finalmente gli studenti fossero scesi in piazza non per “Trento e Trieste” ma a fianco degli operai, quanto riconoscere come nella ricostruzione storica prevalente la rivendicazione di Potere Operaio abbia finito per essere sostituita da quella della “fantasia al potere!”
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