Un ragazzo si risveglia in una stanza d’ospedale e tutto gli appare bianco, neutro, indefinito. Persino la faccia che vede nello specchio. Lo hanno trovato assiderato in fondo a un camion frigorifero, dove si era nascosto per attraversare il mare e i confini d’Italia. Ora il suo volto non ha espressioni, la sua identità è surgelata. Tutti vorrebbero cucirgli addosso il ruolo che ritengono più adatto a un immigrato clandestino, senza mai ascoltarlo davvero. Il nuovo mondo di cose e di persone che incontra lo vuole congelare in uno stereotipo, a dispetto del costante divenire, nell’esperienza concreta, delle identità, delle idee e delle culture.