Teatro a scuola: il tema è “la memoria”. Dodici ragazzi, tra i 16 e i 19 anni, vengono scelti per uno spettacolo da mettere in scena ad Auschwitz. Come e perché raccontare ancora l'orrore? Ma intanto vivono la loro vita quotidiana, i dubbi, gli amori, i sogni, le ribellioni. Luna odia la scuola e vorrebbe fuggire lontano; Arianna vive un amore proibito; Sofia è la più impegnata e Linda la più arrabbiata... Ci sono coppie che scoppiano, compagni che non si sopportano, talenti che si mettono alla prova (teatro, danza, musica). E poi c'è Zeno, il regista del film nel film. Lo spettacolo, in effetti, fa parte della trama. I ragazzi-attori interpretano degli attori ragazzi. Da una parte ci sono gli studenti quelli veri, dall'altra i personaggi di un film, girato in una scuola della provincia milanese, intitolato Nero latte (da una famosa poesia di Paul Celan).
Realtà e finzione si intrecciano, mentre i ragazzi si preparano allo spettacolo, e la narrazione si confonde con il documento, fino a quando arriva il Covid e l'emergenza sanitaria mette a rischio tutto il lavoro fatto. Il cinema allora si sposta nelle case, in quarantena, coi ragazzi che si auto-filmano. Ma alla fine il viaggio in Polonia si fa, l'esperienza dei campi risulta sconvolgente e i ragazzi capiscono che, in un certo senso, "era tutto sbagliato".