Di giorno, le montagne tra Clavière e Monginevro sono attraversate da migliaia di sciatori in vacanza sulla neve nel comprensorio sciistico “La Via Lattea”; di notte, sono percorse di nascosto tra i boschi da decine di migranti che lasciano l’Italia per proseguire il loro viaggio oltre il confine con la Francia.
“The Milky Way” è la storia di solidarietà degli abitanti e dei pericoli affrontati dai migranti, raccontata attraverso scorci di vita e graphic novel animate sullo sfondo del mondo di montagna nella consapevolezza che – qui come in mare – nessuno si lascia da solo.
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Tra interviste, immagini suggestive di una natura incontaminata e di luoghi montani, inserti animati e racconti dei protagonisti, The milky way di Luigi D’Alife mostra il percorso impervio che molti migranti devono attraversare con la speranza di guadagnare una vita migliore.
Zic
Il regista Luigi D’Alife racconta a Zeroincondotta il suo nuovo film “The Milky Way”, al debutto domani sera in Cineteca, girato sulle montagne percorse dai migranti che cercano di raggiungere la Francia, dove di giorno regnano turismo e divertimento ma che di notte diventano territorio di “violazione dei diritti umani, di pericolo e di morte”.
The Milky Way, di Luigi D’Alife, tenta di prendere in contropiede la questione ben più mediatizzata della frontiera e delle rotte clandestine. Spostando lo sguardo dell’incandescente confine mediterraneo verso le vette alpine occitane, meno presenti nel mirino pubblico.
Il titolo The Milky Way, la Via Lattea, è tratto dalla rinomata zona sciistica omonima sulle Alpi Occidentali, spalmata tra l’Alta Valle di Susa e Montgenèvre, proprio sul confine con la Francia, terra promessa per tante persone che di notte tentano di attraversare a piedi quelle piste dove di giorno ci sono persone che si divertono a sciare.
Ad aggiudicarsi la menzione speciale DAMSLab al Terra di Tutti Film Festival è stato, quest’anno, The Milky Way. Il documentario, diretto da Luigi D’Alife, ha ottenuto il riconoscimento lo scorso 8 ottobre presso il Cinema Tivoli di Bologna.
Esce il nuovo docu-film di Luigi D’Alife dedicato a quei monti che, come il mare, paiono dividere e, al contrario, possono unire sponde, comunità, culture.