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Mala brocca

Sinossi

Luigi “Luisìn” Malabrocca era il più giovane di sette fratelli, pescatore d’acqua dolce e corridore in bicicletta. Diventò famoso alla fine degli anni Quaranta per un record ciclistico “al contrario”: si aggiudicò per due anni di seguito la maglia nera, quella che indossava l’ultimo della tappa. Vista la notorietà (e il premio in denaro) che ne derivava, da allora la sua missione da sportivo fu essere ultimo sempre, a ogni costo. A tale singolare figura d’atleta si è ispirato Valerio Monteventi nel raccogliere queste storie: storie di ultimi, di baracche, acque, fiumi e canali, di fughe ed espedienti per difendersi dalla miseria, ma anche di intellettuali, giornalisti e reporter che hanno puntato lo sguardo ai margini della società.
A legare tra loro i dieci racconti (più uno), un filo rosso che corre lungo vent’anni di lotte per la dignità a Bologna e altrove, in mezzo agli ultimi e a coloro che, nonostante i tempi, ancora si impegnano per costruire un mondo più giusto.
Un ciclista che decise di arrivare ultimo per essere ricordato. Un intellettuale che ha sempre frequentato le periferie. Il fotografo dei rom. Un aspirante pugile di Marrakech che infrange il suo sogno tra i senza casa di Bologna. Il lavoro nero e mal pagato e le capanne lungo l'alveo del fiume Reno. Le migrazioni del nuovo millennio, i muri e i fili spinati, le occupazioni e gli sgomberi. La città vista in “orizzontale” di chi vive sdraiato su un marciapiede. Il presagio del poeta eremita: “Arriveranno gli ultimi o i penultimi... Antagonisti del nostro tempo e senza confini anagrafici di riconoscimento”.

Le storie raccontate in questo libro sono state recuperate negli archivi dei giornali “Mongolfiera” e “Zero in condotta” e del Centro di documentazione dei movimenti “F. Lorusso – C. Giuliani” c/o Vag 61, a Bologna. La foto di copertina del libro venne scattata negli anni Trenta e ritraeva mia madre bambina nel lavoro dei campi. Faceva parte di una famiglia “allargata” di mezzadri, composta da 30 persone di cui 18 bambini. È stata per più di sessant'anni nell'ingresso di casa dei miei genitori. “Non bisogna vergognarsi di essere o di essere stati poveri, ma bisogna fare di tutto per non perdere mai la dignità”, mi ripeteva sempre la nonna Gemma, mia madre. (V.M.)

Autore: Valerio Monteventi
Editore: Pendragon
AA.VV.

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