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22 Marzo 2018

Storie di integrazione in Sicilia

Scritto da Redazione Openddb in 

Analisi e riflessioni sul film "All’ombra del gigante", di Adriano Cutraro e Mirko Melchiorre.

UN’ISOLA ACCOGLIENTE

Nella Sicilia contemporanea si intrecciano tre storie di vita e solidarietà, parabole d’incontri e di amicizia fra gli abitanti del luogo e i migranti, perlopiù rumeni.
Trovatosi ad affrontare il fenomeno dell’immigrazione, il comune di Maletto scopre la gentilezza e la disponibilità dei propri cittadini, da subito propensi all’accoglienza e all’integrazione dei nuovi arrivati, i quali cercano in Italia una nuova speranza per il futuro. Lo sfondo è quello di una Sicilia povera, rurale, quasi di stampo Verista, dove il lavoro della terra, la raccolta e la pesca sono le maggiori fonti di sostentamento.

AMICIZIA SENZA CONFINI

Nella prima storia vediamo l’amicizia fra Gaetano, agricoltore e bidello sulla sessantina e la giovane contadina Mirabela. La ragazza è giunta in Italia a seguito del marito e ha un grande sogno nel cassetto: riuscire a prendere la patente per guidare la sua vecchia auto. Nonostante la forza di volontà, Mirabela non riesce a relazionarsi bene con gli istruttori e ha bisogno di più guide del previsto per imparare. Sarà proprio l’aiuto di Tano a spronarla e a dissuaderla dal rinunciare.

UNA STORIA D’AMORE

In seguito viene raccontata la storia di una coppia di agricoltori rumeni di mezza età e delle loro giornate insieme. Uniti da un grande amore reciproco, i due vivono una vita quasi in simbiosi, in cui tutto viene condiviso, dal lavoro allo svago, per portare avanti quel sogno comune che li ha spinti a lasciare la loro patria e cercare fortuna altrove. In una serata di festa ritroviamo anche Gaetano, amico della coppia, con cui si ritrova spesso per divertirsi, bere e raccontare storie.

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UN MATRIMONIO DI “CONVENIENZA”

L’ultima storia è forse la più toccante fra tutte, quella di Angela, una badante rumena che decide di sposare Nunziato, anziano signore siciliano a cui ha prestato servizio per anni. Il matrimonio, che sembra a tutti gli effetti una scelta di convenienza, in realtà è stato fortemente voluto da Nunziato stesso, il quale è stato ben felice di poter lasciare il suo patrimonio ad una persona a cui ha voluto bene, non potendolo lasciare a nessun altro. La cosa è stata ben accettata anche dagli abitanti del paese, i quali hanno apprezzato la nobiltà del gesto.
Nel finale vediamo una commossa Angela andare a far visita alla tomba di Nunziato, segno di un affetto vero e forte, che forse ci fa pensare che dietro al matrimonio ci sia stato un sentimento autentico, nato dal rispetto e della riconoscenza. Dopotutto forse c’era amore fra i due, seppur privo della componente fisica e carnale.

ALLE PENDICI DELL’ETNA

L’altro grande protagonista del film non può che essere il gigante del titolo, ovvero l’Etna. Il vulcano troneggia spesso sulla scena, sempre presente, quasi stesse vegliando sulle vite dei protagonisti che, sotto di lui, si costruiscono i loro piccoli mondi. Ma giganti sono anche tutte le persone che vivono in armonia con i nuovi arrivati, cercando di farli sentire a proprio agio in un contesto in cui, almeno all’inizio, si sentono estranei.